Si chiama “Frammenti di Bisanzio” la mostra dell’81enne artista
milanese Umberto Mariani che è stata inaugurata al Museo Nazionale di
Ravenna.
Curata da Giovanni Granzotto e organizzata da “Il
Vittoriale degli Italiani” di Giordano Bruno Guerri con la
collaborazione della Galleria dell’Accademia di Torino, resterà
allestita fino al 17 giugno.
Saranno 50 le opere “panneggiate” del
maestro Mariani esposte al Museo. «Ho trovato il mio panneggio
assimilabile a quello bizantino – sono le sue parole –. Per questo ho
intitolato la mostra così. È un panneggio stilizzato, geometrizzato ma
allo stesso tempo plastico. Le mie pieghe non hanno nulla di veristico e
di reale, si avvolgono di forme e significati simbolici. Il panneggio è
parte integrante della storia dell’arte, è sempre stato presente. Dai
Greci fino alla fine del ‘700 e poi con me. Chi non ricorda il panneggio
mosso dal vento della Nike di Samotracia?».
La vita dell’artista,
che per un lungo periodo si è avvicinato alla Pop Art, diventando un
esponente di rilievo, è stata condizionata da un senso di ribellione nei
confronti della tradizione americana. Per questo, con le sue opere
aspira a ripresentare nel panorama artistico quei valori spirituali che
sono stati cancellati. «Con orgoglio mi reputo partecipe e
co-protagonista del “Made in Italy”. Adesso nei lavori che faccio voglio
accomunare bellezza e bontà. Siamo purtroppo arrivati ad una
celebrazione semplicistica del consumismo, a scimmiottare altre culture.
Non avendo un passato, gli americani, adorano il presente e noi europei
ci siamo adeguati a questa regressione di civiltà. Un fatto che fa
ridere e anche piangere. Ci siamo adeguati alla cultura americana. Senza
storia, senza passato».
«Ospitare al Museo Nazionale di Ravenna
Umberto Mariani attraverso una scelta appropriata di sue opere –
commenta la direttrice del museo Emanuela Fiori –, rappresenta un
ulteriore passo di approfondimento delle profonde connessioni, non solo
estetiche, che legano l’età Tardoantica all’Arte Contemporanea. Costante
fonte d’ispirazione per il presente, archetipi ai quali rivolgersi, le
forme simboliche a-prospettiche dei mosaici bizantini rivivono con una
ritrovata volumetria nei drappeggi geometrici di Umberto Mariani che,
come in antico “celano le forme” e divengono protagonisti assoluti dello
spazio circostante. Drappeggi geometrici, declinati in materiali
diversi assumono nelle creazioni del maestro una valenza d’infinito.
Essi racchiudono nella propria eleganza l’idea del bello, che è tensione
costante verso l’armonia e la dignità, valori fondamentali per l’uomo
che la società contemporanea troppo spesso tende a dimenticare».
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