martedì 15 maggio 2018

Mostra "Frammenti di Bisanzio" a Ravenna


Si chiama “Frammenti di Bisanzio” la mostra dell’81enne artista milanese Umberto Mariani che è stata inaugurata al Museo Nazionale di Ravenna.
Curata da Giovanni Granzotto e organizzata da “Il Vittoriale degli Italiani” di Giordano Bruno Guerri con la collaborazione della Galleria dell’Accademia di Torino, resterà allestita fino al 17 giugno.
Saranno 50 le opere “panneggiate” del maestro Mariani esposte al Museo. «Ho trovato il mio panneggio assimilabile a quello bizantino – sono le sue parole –. Per questo ho intitolato la mostra così. È un panneggio stilizzato, geometrizzato ma allo stesso tempo plastico. Le mie pieghe non hanno nulla di veristico e di reale, si avvolgono di forme e significati simbolici. Il panneggio è parte integrante della storia dell’arte, è sempre stato presente. Dai Greci fino alla fine del ‘700 e poi con me. Chi non ricorda il panneggio mosso dal vento della Nike di Samotracia?».
La vita dell’artista, che per un lungo periodo si è avvicinato alla Pop Art, diventando un esponente di rilievo, è stata condizionata da un senso di ribellione nei confronti della tradizione americana. Per questo, con le sue opere aspira a ripresentare nel panorama artistico quei valori spirituali che sono stati cancellati. «Con orgoglio mi reputo partecipe e co-protagonista del “Made in Italy”. Adesso nei lavori che faccio voglio accomunare bellezza e bontà. Siamo purtroppo arrivati ad una celebrazione semplicistica del consumismo, a scimmiottare altre culture. Non avendo un passato, gli americani, adorano il presente e noi europei ci siamo adeguati a questa regressione di civiltà. Un fatto che fa ridere e anche piangere. Ci siamo adeguati alla cultura americana. Senza storia, senza passato».
«Ospitare al Museo Nazionale di Ravenna Umberto Mariani attraverso una scelta appropriata di sue opere – commenta la direttrice del museo Emanuela Fiori –, rappresenta un ulteriore passo di approfondimento delle profonde connessioni, non solo estetiche, che legano l’età Tardoantica all’Arte Contemporanea. Costante fonte d’ispirazione per il presente, archetipi ai quali rivolgersi, le forme simboliche a-prospettiche dei mosaici bizantini rivivono con una ritrovata volumetria nei drappeggi geometrici di Umberto Mariani  che, come in antico “celano le forme” e divengono protagonisti assoluti dello spazio circostante. Drappeggi geometrici, declinati in materiali diversi assumono nelle creazioni del maestro una valenza d’infinito. Essi racchiudono nella propria eleganza l’idea del bello, che è tensione costante verso l’armonia e la dignità, valori fondamentali per l’uomo che la società contemporanea troppo spesso tende a dimenticare».

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